L’architettura islamica comprende diversi stili artistici, a partire dal periodo di Maometto: nasce sulla base di tradizioni religiose e dall’incontro di elementi bizantini, persiani, turchi e arabi.

Le principali tipologie costruttive sono la moschea, detta Masjid, la tomba o Maqbara, il palazzo e la fortificazione. In questo gruppo rientrano anche la scuola per l’insegnamento teologico, ossia la Madrasa, le case dei nobili e i giardini.

View from Suleiman Mosque
View from Suleiman Mosque

Fino al seicento le costruzioni sono ancora semplici, con un ampio cortile rettangolare al cui centro sorge una fontana: intorno edifici in legno di dimensioni limitate e pareti poco decorate.

Solo dopo la morte del profeta, avvenuta nel 632, si sviluppa uno stile architettonico più riconoscibile: il califfo Abd Al Malik, per evitare che i sudditi si rechino a Mecca, sede di una forte propaganda contro la sua persona, dà ordine di edificare la Cupola della Roccia a Gerusalemme.

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Artisti bizantini terminano l’edificio nel 691: è la prima volta che compaiono le coperture a volta, la cupola circolare e fregi decorativi stilizzati. Questa moschea è fra le più antiche conservate fino ai giorni nostri.

Semplificando, per quasi 400 anni Hagia Sophia, capolavoro di architettura bizantina, serve come modello per la costruzione dei luoghi di preghiera. Una sorta di emblema, modulo riconosciuto fra gli artisti del tempo.

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Finita di costruire nel 537 è inizialmente cattedrale bizantino-cristiana, poi sede del patriarcato greco ortodosso, chiesa cattolica e infine moschea.

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Nota per la cupola di gigantesche proporzioni è un monumento chiave di questo periodo: la basilica ha una base rettangolare, uno schema volumetrico piramidale e gli interni sono arricchiti con mosaici e marmi di pregio. Il primo impatto è di estrema leggerezza e grandi spazi aperti.

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La caratteristica torre della moschea, il minareto, da pianta quadrata passa ad essere di forma cilindrica verso il 1200.

Ulteriori sviluppi avvengono solo intorno al 1300, quando viene creato un complesso modello di tasselli a forma di poligoni e stelle chiamati “girih”: si tratta di un disegno elaborato, estremamente preciso, di sofisticate formule matematiche, una tassellatura decorativa di grande eleganza, con simmetrie uniche al mondo.

Tile Mosaic Panel - Art Islamic Museum
Tile Mosaic Panel – Art Islamic Museum

E’ solo grazie agli Ottomani che si raggiunge la perfezione a livello architettonico, dopo la conquista di Costantinopoli, avvenuta nel 1453.

Un popolo con grande padronanza nella tecnica di edificazione, che spazia dalle ampie superfici interne, limitate da cupole, a giochi di luci e ombre in armonia con gli ambienti: una sintesi perfetta fra l’architettura mediterranea e quella tipica mediorientale.

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La moschea si trasforma: le pareti sono ricoperte di arabeschi dotati di equilibrio estetico e tecnico, mentre i monumenti funebri acquistano estrema importanza.

Un esempio di questo primo periodo è l’interno della Moschea Sultanahmet, la Moschea Fatih e il Palazzo Topkapi, tutte ad Istanbul.

Gli Ottomani integrano le moschee nella comunità, aggiungendo edifici scolastici, strutture ospedaliere e perfino bagni turchi.

L’architetto più celebre di questo periodo classico è Mimar Sinan: nasce a Kayseri nel 1492 e muore nella capitale turca nel 1588.

Sinan crea nel suo percorso artistico moltissime opere, dislocate in diverse città, architettonicamente complesse, difficili per le tecniche conosciute allora.
Un grande artista con occhio all’estetica e a nuovi sistemi tecnologici di edificazione: architetture antisismiche, caratterizzate da un’acustica ottima e sistema di aereazione dei palazzi eccellente.

Il lavoro più significativo è la Moschea di Solimano e tutto il complesso circostante, costruito per Solimano il Magnifico.

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La prima moschea imperiale ad Istanbul, dopo la suddetta, è la Sultanahmet Camii, meglio conosciuta come Moschea Blu, edificata su commissione del Sultano Ahmet I e terminata nel 1617.

Eretta su parte del sito del Gran Palazzo di Costantinopoli, proprio di fronte ad Hagia Sophia, rappresenta un luogo di profonda valenza simbolica.

Blu-moschea

Il nome deriva dalle 21.043 piastrelle di ceramica turchese inserite nelle pareti e nella cupola. Muri, colonne e archi sono ricoperti da maioliche di İznik, l’antica Nicea.

Dal diciottesimo secolo l’architettura ottomana si permea di stili europei: il primo esempio di arte barocca è l’Harem del Palazzo Topkapì, una meraviglia stilistica senza eguali.

Harem
Harem

Il periodo Impero parte dai primi del 1800 e le costruzioni sono un crogiolo di stili che vanno dal Barocco al Rococo, al Neoclassicismo: fra essi il Palazzo Dolmabahçe a Istanbul, centro amministrativo dell’Impero Ottomano e oggi museo aperto al pubblico.

Dolmabahce

Verso la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, Istanbul diviene un autorevole fulcro dell’Art Nouveau, con architetti come Alexander Vallaury e l’italiano Raimondo D’Aronco.
La Maison Botter, la dimora atélier di un sarto di corte, oggi finalmente in progetto di restauro, è l’esempio più illustre del nostro talento all’estero.

Nel secondo millennio troviamo l’evoluzione pura: nel 2009 una designer turca, Zeynep Fadilliogluè, riceve il compito di concepire gli interni della Moschea Sakirin. Per la prima volta nella storia un progetto di luogo di culto viene affidato ad una donna.

Sakirin

Zeynep mescola elementi tradizionali e contemporanei con una maestria rara, creando una sincronia unica tra l’atmosfera d’altri tempi e la modernità attuale.

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Alzando gli occhi al cielo si ammira un enorme lampadario: migliaia di gocce di vetro pendenti, metafora delle parole di Allah che cadono sui fedeli: un diletto per la vista e per il cuore.

2 commenti

  1. Paesi stupendi, ricchi storia e di arte..peccato siano in mano a dei dittatori che non tengano conto del popolo che poi sarebbe questo a dare lustro al Paese…
    mah….

    • Concordo… Sono paesi stupendi, ricchi di cultura, arte e storia millenaria. E’ vero, siamo di fronte alle dittature, ancora, nel terzo Millennio… Ma non dobbiamo farci prendere dal panico del terrorismo, questo è quello che vogliono i dittatori e i terroristi… Queste realtà vanno vissute, pur in situazioni difficili, perchè l’incontro con questi popoli, assoggettati, ti lascia dentro qualcosa di più forte della paura stessa: l’amore per la vita, la forza di continuare ad andare avanti, nonostante tutto…

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