Schiavi d’affetto
consumato in un triste letto
Schiavi d’intenti
per raggiunger compensi
Schiavi d’amore
uniti dal timore
di solitudini del cuore
Si legano
alle apparenze
S’innamorano
di fittizie presenze
Schiavi
limitati
nei loro spazi
Chiusi
in gabbie dorate
fingono
una propria identità
convinti
della loro amoralità
Non credono
nei sogni delle stelle
Non vale del cielo
la sua tenerezza
o l’arcobaleno
che gioca con la brezza
Conta solo la parvenza
senza coscienza
Poesia molto bella,grazie Giulia Guidobaldi
Grazie a te per aver letto Romana Anna. Un abbraccio. 🌻
Non la conoscevo. Tanto bella quanto desolante. Ma il titolo non corrisponde al testo. L’amore non c’entra, è una diversa schiavitù. Lo dici anche tu, intenti, apparenze, solitudine, finzione. È mancanza d’amore, perché si teme là fragilità che ci creiamo abbandonandoci all’amore. Bisogna essere appieno se stessi, dimenticandoci nel contempo di se stessi. Si è duri come diamanti e fragili come lama di ghiaccio. E troppo spesso si soffre..ma se l’amore era vero, cioè voleva anche il bene dell’amato, allora è una sofferenza accettabile. Triste se il timore d’amore supera il desiderio d’amore. Per fortuna ci si può innamorare in qualsiasi età della vita, quando meno lo si aspetta
Hai ragione, il titolo avrebbe dovuto avere molte più sfumature…
Triste sì se il timore d’amore supera il desiderio, più triste ancora quando ci si abbandona a schemi preconfezionati per paura della solitudine: conosco molte persone che si sono legate per non restare sole, non perchè fosse scoppiato l’amore…
Per fortuna, come dici tu, l’amore arriva quando meno te lo aspetti, così… All’improvviso!
Buona giornata Fabricio