Fulcro della società argentina, fra le più grandi metropoli del Sud America, Buenos Aires è stata fondata nel 1580 da Juan de Garay, che le diede questo nome in onore della Madonna di Bonaria di Cagliari, in Sardegna.
A cavallo del Settecento acquisisce prestigio e diviene capitale del Vicereame del Rio de la Plata, sotto giurisdizione spagnola. La Rivoluzione di Maggio nel 1810 dà il via alla sua totale indipendenza.

Nella seconda metà dell’Ottocento inizia una massiccia immigrazione europea, date le condizioni economiche precarie del Vecchio Continente.
La città cambia e migliorano le infrastrutture: agli inizi del Novecento la comunità italiana rappresenta più del sessanta per cento della popolazione.

E’ in questo periodo che nasce l’ormai famoso quartiere La Boca, abitato dai marinai genovesi; è curioso come tutt’oggi gli abitanti del barrio si chiamino “xeneizes”, dal genovese dialettale “zeneixi”.
La Boca è sinonimo di tango e calcio, di tradizioni dalle radici italiane.

Non mancate la Calle Caminito: dal nome di una canzone composta dal cantante di tango Carlos Gardel, è un angolo caratteristico, un museo a cielo aperto sull’arte, con case variopinte e strade di ciottoli.
Se siete amanti dello sport nazionale date un’occhiata al Boca Juniors Stadium: soprannominato Bombonera perché ricorda una scatola di cioccolatini!
Il quartiere Palermo è il più moderno, con negozi di moda, design e locali di ristoro: provate un Fernet-cola, un liquore di eredità italiana a base di erbe e Coca Cola.
Il barrio è suddiviso in altri più piccoli, fra cui Palermo Viejo, la parte vecchia più caratteristica. Durante il fine settimana, nella Plaza Serrano, c’è un mercatino di prodotti artigianali che merita una visita.

Lungo le strade strette della downtown si incontra Calle Florida, una via pedonale ricca di negozi, popolare per la Galerías Pacífico, uno shopping mall all’interno di uno splendido palazzo dell’Ottocento.

Interessante il parco “Tres de Febrero”, o “Bosques de Palermo”: giardini e laghetti progettati sull’esempio del newyorkese Central Park.

All’interno il Planetario, il giardino giapponese e quello botanico.
Sul lato est del parco si raggiunge il Rio della Plata e la passeggiata lungo fiume, la “Costanera Norte”.

Personalmente, il posto migliore per farvi un’idea della cultura argentina credo sia San Telmo, il barrio piu antico: un’atmosfera del diciannovesimo secolo e bellezze architettoniche incastonate tra chiese antiche e negozi di antiquariato.


Plaza Dorrego offre uno scorcio autentico delle strutture coloniali; andateci di domenica, quando viene allestito il mercato antiquario e dell’artigianato, con profumi d’altri tempi e ballerini improvvisati di tango…

Questa danza è Patrimonio Culturale dell’Umanitá dal 2009. Prenotate una cena con spettacolo alla Esquina Carlos Gardel: un palco unico, dove l’orchestra è sopraelevata, sospesa al di sopra dei ballerini, che vi offriranno una performance indimenticabile.
Se amate i contrasti andate a Puerto Madero: grattacieli e locali modaioli.
Nel 1993 il governo ha attuato un piano di ristrutturazione delle vecchie banchine portuali, trasformando completamente il porto.
Il Puente de la Mujer, progettato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava, consiste in un’ala bianca, che ricorda una donna che balla il tango.
Dietro al ponte si trova la riserva Ecologica Costanera Sur, che porta alla località turistica di Rio de la Plata.

L’Avenida de Mayo collega Plaza de Mayo e Plaza Congreso: viale con edifici di stampo neoclassico e Art Nouveau, che riflettono l’influenza europea.
Il Palazzo del Congresso, del 1897, in stile greco-romano, attuale sede politica, si trova a pochi isolati dalla Plaza de Mayo.
Questa piazza è stata teatro di manifestazioni politiche di massa: un luogo storico dove si assapora ancora l’amarezza delle ingiustizie passate.

Durante la dittatura militare, negli anni settanta-ottanta, la città è nel terrore, assoggettata al fenomeno dei desaparecidos, in cui molti giovani sono torturati e fatti sparire, perchè simpatizzanti della sinistra politica.

Il gruppo “Madres de Plaza de Mayo” si riuniva nella piazza antistante la Casa Rosada, Casa Presidenziale, esponendo in silenzio le foto dei loro cari, vittime della repressione militare. Vi invito a scoprirne la storia, perchè queste donne, ancora oggi, tutti i giovedi, si recano in piazza, per non dimenticare l’orrore subito.

L’Avenida de Mayo ospita tesori come il Caffè Tortoni, che merita sicuramente una visita: fondato nel 1858, è patrimonio storico della letteratura, ritrovo di personaggi quali Ricardo Piglia, Federico Garcia Lorca, Jorge Luis Borges, Ernest Hemingway, Albert Einstein e Carlos Gardel.
Da Plaza de Mayo andate in direzione Bolivar, pochi isolati e raggiungerete il barrio Monserrat, con “La Manzana de las Luces”: si tratta di un isolato composto da più edifici, fra cui la Chiesa di San Ignacio, la più antica della città, risalente al 1661, e il Collegio, edificati sotto l’Ordine dei Gesuiti.

I tunnel costruiti a scopo difensivo sono stati scoperti solo all’inizio del Novecento: è un’esperienza ricca e suggestiva visitarli.
L’Avenida Nueve de Julio è il viale più largo del mondo. Punto di partenza per vedere il Teatro Colon, con la sua cupola Art Decó. Nel bel mezzo del viale i quasi 70 metri dell’Obelisco, edificato nel 1936 per il quarto centenario della fondazione cittadina.
Il quartiere liberty è Recoleta, con la Chiesa del Pilar e il Palazzo Nazionale delle Arti.
Vicino, il famoso Floralis Generica, una scultura in acciaio a forma di fiore, i cui petali si chiudono al tramonto per riaprirsi al mattino.

Il Cimitero di Recoleta rappresenta più di un luogo di sepoltura, è un’arte museo e risale al 1800: conserva i resti di personalità influenti della storia argentina, mausolei di marmo e sculture singolari.
Per finire concedetevi una colazione al Cafè de las Violetas: un caffè con “tostados”, tipico di Baires, come direbbero i locali e dedicate qualche ora al quartiere Retiro, dove la bellezza dei monumenti si alterna, purtoppo, ad angoli ancora da risanare…

E non dimenticate di gustare il piatto tipico, l’asado, ossia carne alla brace, accompagnato dall’ottimo vino argentino, magari fuori città, all’inizio delle Pampas, partecipando ad una Fiesta Gaucha!

“Le strade di Buenos Aires sono già le mie viscere. Non le avide strade scomode di folla e di trambusto, ma le strade svogliate del quartiere, quasi invisibili per l’abitudine, intenerite da penombra e da tramonto”.
Jorge Luis Borge
Non sapevo che Juan de Garay, le diede questo nome in onore della Madonna di Bonaria di Cagliari, in Sardegna.
Come mai? Era sardo…o era stato sull’Isola?
ciao
.marta
Ciao Marta!
La Madonna di Bonaria di Cagliari era famosa tra i marinai del ‘500, perchè considerata come loro protrettrice.
Secondo una leggenda, nel 1370 una nave partì dalla Spagna e si ritrovò in mezzo ad una forte tempesta; i marinai decisero di gettare in mare il carico, tra cui una cassa, che conteneva una statua della Vergine Maria. La tormenta cessò subito, mentre quella cassa arrivò a Cagliari, sotto il colle di Bonaria, dove i frati del luogo costruirono un Santuario.
Da quel momento i marinai, prima di una lunga navigazione, andavano al Santuario, perchè la Madonna desse loro la “buona aria”, cioè un buon vento per riuscire nell’attraversata. Quando la città fu conquistata dagli Aragonesi, anche Juan de Garay fece sua questa devozione e da qui votò la città di Baires alla Santa.
Grazie per la tua domanda!!! E’ sempre un piacere poter spiegare questi aneddoti curiosi. A presto Juls
Ah…ecco. Beh essendo io sarda conosco la storia di Bonaria e del naufragio ma non riuscivo a spiegarmi il perchè Juan de Garay diede il nome alla città; in pratica quale percorso avesse mai fatto…
Ecco perchè…”buona aria” https://annavercors.wordpress.com/info/sapete-lorigine-del-nome-di-buenos-aires/
Ciao Giulia
.marta
Si, infatti! Abbiamo chiarito tutti i passaggi storici. Grazie Marta e a presto. Juls