Claude Oscar Monet nasce a Parigi il 14 novembre del 1840: è fra i pittori più amati, autore di opere delicate, lievi e al contempo forti ed espressive.

Cresciuto a Le Havre, possiede sin da piccolo un’innata e spiccata dote per il disegno: un enfant prodige, abilissimo nel produrre caricature che rivende per le strade del suo quartiere…

Da adolescente accresce le sue conoscenze artistiche grazie al pittore e maestro Eugène Boudin, che lo spinge verso la pittura del paesaggio en plein air. E’ attento alle novità e curioso, poco gli interessa lo studio della storia dell’arte: si vocifera che sia stato al Louvre pochissime volte.

Veduta di Rouelles – 1856

Si trasferisce a Parigi non ancora ventenne, in quella che è al momento la capitale della cultura e delle arti per eccellenza, con solo matita e carboncino al seguito.

Frequenta la Academìe Suisse dove incontra pittori di paesaggio del calibro di Basille, Pissarro, Renoir e Sisley: compagni di un’avventura artistica, in cui vengono condivisi momenti di chiacchiere e pittura, spesso durante gite fuoriporta, come nella foresta di Fointainbleu.

Grazie all’amicizia con l’artista Bazille, Claude riesce ad aprire il suo atelier personale, in cui produrrà i primi dipinti, senza tralasciare la caricatura, tecnica a cui rimane molto legato.

Le Pavé de Chailly, dit aussi Route du Bas-Bréau – 1865

E’ il 1861 e arriva la chiamata alle armi: a giugno parte per Algeri nel corpo Cacciatori d’Africa. E’ qui che, per sua stessa ammissione, inizia la preparazione all’Impressionismo.

Grazie ad un familiare “con conoscenze”, riesce a farsi esonerare e nel 1862 è già al fianco di Bourdin e l’autunno parigino si colora di lavori innovativi nello studio di Gleyre, a fianco di Bazille, Sisley e Renoir.

La Pointe de la Hève – Sainte Adresse – 1864

Tra questi “La foce della Senna a Honfleur” e “Punta di Cap de Héve con la bassa marea”: aspre critiche dai deterrenti, al punto che tali tele vengono ammesse solo al Salon des réfusés, il Salone dei Rifiutati, che accoglie le opere non accettate al Salon ufficiale, quello dell’Académie des Beaux-arts di Parigi.

Grosse mer à Étretat – 1865-1869

Donne in Giardino risale al 1865, quadro che rappresenta il fulcro delle sue prime ricerche sull’Impressionismo: la costanza di cogliere istante dopo istante la realtà della natura, delle immagini e delle forme.

Donne in giardino – 1865

Sono tempi particolarmente duri per Claude, incompreso e squattrinato, tanto che nel 1869 i creditori gli portano via tutte le sue opere e rimane nell’impossibilità di dipingere, non avendo neppure il denaro per comprare i colori. Sposa un anno dopo la compagna Camille e si ritrova presto con un figlio a carico: è così profondamente demoralizzato per l’insuccesso lavorativo che tenta perfino il suicidio.

Terrazza a Sainte Adresse – 1867

Vive per un breve periodo a Londra, per scampare alla guerra franco-prussiana scoppiata nel 1870. Qui si presenta l’occasione di conoscere Paul Durand-Ruel, imprenditore e mercante d’arte, il quale decide di esporre il quadro “Entrata al porto di Trouville” alla mostra della Società degli Artisti francesi, in Bond Street.

L’entrée du port de Trouville – 1870
Train dans la campagne – 1870

Al termine del conflitto sosta qualche tempo in Olanda: realizza tele di incomparabile bellezza, vedute e paesaggi della caratteristica Amsterdam.

Di ritorno a Parigi è alla continua ricerca della perfezione, della luce, della pittura veloce ed indefinita: “Una buona impressione si perde così velocemente…”

Chasse marée à l’ancre – 1871-1872

Arriviamo al 1873, anno di “Campo di Papaveri”, un olio su tela realizzato nella campagna di Argenteuil. I contorni ben diluiti su macchie di colore: l’abilità di Monet è indubbia, fa emergere il rosso dei fiori attraverso il verde indistinto del prato; il paesaggio è fresco, quasi a sentirne, “percepire”, il vento che fa ondeggiare i papaveri.

Coquelicots – 1873 – Prima mostra impressionisti 1874

“Impression, soleil levant” è realizzata nel 1872, ma esposta solo nel 1874, alla prima mostra degli Impressionisti: non si cerca di rappresentare il paesaggio, ma di evocare la sensazione dello stesso in chi osserva…

Impression, soleil levant – 1872

Starete pensando: un successo senza eguali! Invece è un fiasco completo ed il termine pittore impressionista denota un artista squallido e di poco conto.

Le dèjeuner – vers 1873 – Seconda mostra impressionisti – 1876

Sono di questo decennio le celebri “La colazione” e “Il ponte di Argenteuil”, in cui si denota un equilibrio perfetto di colorazione tra cielo e mare, le tinte sono accostate con eccellente disinvoltura, scompare il nero e le ombre vengono create dalla sovrapposizione di toni di colore.

Le pont d’Argenteuil – 1874 – Seconda mostra impressionisti 1876
Le Pont du Chemin de fer à Argenteuil – 1873-1874

Nel 1877 realizza svariate vedute della stazione Saint-Lazare, che espone alla terza mostra della corrente impressionista; l’anno successivo crea i capolavori “Rue Montorguril”, “Rue Saint-Denis” e la “Chiesa a Vétheuil”.

La Gare Saint-Lazare – 1877 – Terza mostra impressionisti 1877
Les Tuileries – 1876 – datata da Monet 1875 – Terza mostra impressionisti 1877 – con menzione “esquisse”
Le Givre – 1880 – Vétheuil in inverno

Nel 1883 sceglie come dimora Giverny, in Normandia: vive in un casolare, crea uno splendido giardino acquatico e costruisce una rimessa per barche: è solito dipingere sull’acqua. E’ il suo angolo perfetto, a contatto con la natura ed i fenomeni atmosferici, suo cruccio fisso.

Plage d’Étretat – 1883

Da questo rifugio parte spesso per viaggi in tutta Europa, anche in Italia: panorami meravigliosi creati attraverso l’istinto, tramite la sua personale percezione visiva, vaghe forme, per lo più dissolte dal colore e suggestive emozioni.

Les Villas à Bordighera – 1884
Les Rochers de Belle Ile, la Cote sauvage – 1886

Gli anni successivi sono dedicati ad un lavoro intenso e continuo di pittura: realizza moltissime opere, lavora incessantemente, producendo dipinti seriali, tra cui quelli sulla “Cattedrale di Rouen” (1892-1894), pur essendo colpito da disgrazie: morta Camille, perderà anche il suo econdo amore, Alice, ed entrambi i figli.

Il successo inizia ad arrivare solo nell’ultimo ventennio dell’Ottocento, le sue opere vengono esposte a Boston, Dresda, Mosca, Parigi e San Pietroburgo.

Le Bassin aux numphéas – harmonie verde – 1899
Vétheuil soleil couchant – vers 1900

Nel 1911 il suo fedele sostenitore, Durand-Ruel, gli organizza due mostre a New York.

Inizia la serie degli “stagni”, pur colpito da una doppia cataratta. Non viene operato agli occhi, che iniziano a peggiorare di anno in anno.

Le Jardin de l’artiste à Giverny – 1900

La pittura delle sue amate ninfee diventa faticosa: diventano soggetto di studio in tutte le stagioni, passa ore e ore all’aperto, cercando di catturare “una luce difficile da seguire”.

E’ ossessionato dalla forma di questi fiori, li dipinge con pennellate semiasciutte per renderli opachi, poi li sfuma, fino a scontornarli del tutto: un passaggio dalla natura all’anima, gialli e blu che appaiono, ormai, solo nella sua mente.

Nymphéeas bleus – 1916-1919

Pittore straordinario, inquieto e rivoluzionario: “Ho voluto la perfezione e ho rovinato quello che andava bene”.

Nel 1926 gli viene diagnosticato un tumore al polmone e muore lo stesso anno, il 5 dicembre, a Giverny.

Nymphéas – Claude Monet

Mi piace ricordarlo così com’era, privo di mezze misure…

“Vado a letto soltanto con duchesse o serve. La via di mezzo mi disgusta.”

2 commenti

  1. Potrei stare ore all’Orangerie, abbracciato dalle ninfee. Si potrebbe dire che Monet fa con i colori ciò che Debussy fa con le note? Balugina?

    • Vengo anch’io ad abbracciare le ninfee all’Orangerie! La natura apre il suo splendore solo a chi sa davvero guardare. Il timbro di Debussy è il colore di Monet: impressione e suggestione della vista e dell’udito.
      Buona giornata a te.

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