Ci siamo mai chiesti che cosa significhi davvero la guerra?
Io ricordo le mille storie che mi raccontavano i nonni da piccola: sacrifici e la terra che trema sotto i piedi, calce e detriti addosso, lo stomaco che parla di un vuoto incolmabile, un abisso profondo negli occhi e lacrime consumate nella paura di non arrivare a domani.
La guerra è privazione, sofferenza e mutilazione: ti spegne l’anima e ti annienta il corpo.
La guerra è irragionevole, pecca di presunzione, perché non fa distinzione.
Sembra sempre lontana, poco ci tocca se è dall’altra parte della barricata.
Ecco, credo che la guerra vada avanti mentre noi siamo distratti, fatti a pezzetti dagli inganni, e da quel sangue che tanto è degli altri.
La guerra è l’importanza che non diamo alla vita e alla libertà, un carro della morte carico di viltà.
Mi guardo intorno…
Qui la vita va avanti, di coraggio e dignità si nutrono gli afghani.
Della guerra e della vita, presto sul blog.
@Blogjuls in Afghanistan
To all my foreigners friends: I am preparing the article in english! Thank you, Juls
La guerra ha due facce, chi la fomenta e chi la subisce. Per chi la subisce e reagisce, la guerra è, quasi sempre, l’importanza che dà alla vita, alla libertà, alla dignità. Di quali afgani parli? Dei talebani?
Certo, d’accordo con te sulle due facce della guerra… La mia frase “La guerra è l’importanza che non diamo alla vita e alla libertà, un carro della morte carico di viltà.” indica proprio chi la guerra la fomenta. Gli afghani non sono talebani, e i talebani sono in minima parte afghani, perché anche pachistani. Detto questo, è ovvio che occorra fare un distinguo: il popolo afghano, e parlo della maggioranza, disprezza i talebani, perché questi esseri non guardano in faccia nessuno… I primi a farne le spese sono proprio gli afghani, quelli che vivono nella loro terra, che vorrebbero la pace, e non l’estremismo, a cui piacerebbe poter uscire di casa tranquilli, senza saltare in aria…
Ti ringrazio della precisazione, che era ovvia ma , secondo me, necessaria.
Ci ho riflettuto ed hai ragione, andava sicuramente chiarito questo passaggio. I più distinguono a malapena… Grazie, come sempre, della tua presenza qui, è davvero un piacere.
Mi viene in mente un bel libro sull’Afganistan
In Afganistan. Di Rory Stewart
Dovrebbe piacerti.
Ciao
Grazie Fabricio, appena rientro in Italia lo leggerò con molto piacere. Un abbraccio.