Non riesco proprio a capire cosa ci sia mai da festeggiare…
Sono trascorsi decenni dai movimenti femministi e dall’emancipazione femminile, ma la situazione delle donne è solo di poco migliorata, siamo ben lontani da una vera parità dei sessi: la Giornata Internazionale della Donna è uno stereotipo squallido e limitato.
Se poi ci aggiungiamo il fatto che pochi hanno coscienza e memoria di come sia veramente nata questa celebrazione il tutto diventa sconcertante.
La tragica morte di oltre 100 operaie, che scioperano per i loro diritti l’8 marzo 1908, a causa di un incendio nell’industria tessile “Cotton” di New York, è una bufala bella e buona.
La storia ci dice che il 3 maggio 1908 ci fu una prima conferenza sulle donne nella Grande Mela, chiamata “Woman’s Day”. La prima celebrazione avvenne invece il 23 febbraio del 1909. Solo in seguito alla Conferenza delle donne socialiste a Copenhagen, un anno dopo, molti paesi aderirono alla ricorrenza, ma in date differenti.
Con la risoluzione 32/142 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 16 dicembre 1977, propose di dichiarare una volta all’anno la “United Nations Day for Women’s Rights and International Peace”, “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”: la data scelta l’8 marzo.
Ad oggi quali sono i diritti delle donne nel mondo?
Alcuni dati: l’Organizzazione Mondiale della Sanità attesta che una donna su tre subisce maltrattamenti; in Italia una su dieci è vittima di molestie sessuali sul lavoro; violenze psicologiche e fisiche sono nel trenta per cento dei casi a carico di un familiare o congiunto.
Solo il venticinque per cento dei ruoli dirigenziali è in mano al gentil sesso e l’occupazione femminile è ferma da anni al quarantasette per cento, considerando che il guadagno è sempre inferiore del venti-venticinque per cento rispetto a quello degli uomini, senza contare il divario contributivo nascosto, dati del Il Sole 24 Ore e Accenture.
Nel 2015 circa novemila donne sono state costrette a dimettersi, perchè senza aiuti per la gestione dei figli, ricerca del Ministero del Lavoro.
La United to End Female Genital Mutilation conferma che duecento milioni di donne hanno subito una mutilazione genitale, ogni anno tre milioni di ragazze sono a rischio; Save the Children dichiara che ogni sette secondi una bambina viene data in sposa!
Queste cifre sono inaccettabili: stupri, femminicidio, stalking, bullismo online, disparità lavorative; donne maltrattate, mutilate, vittime di abusi di potere, picchiate fino alla morte, sfigurate con l’acido in nome di un rifiuto, di un amore malato, di un diritto inalienabile alla vita che a loro viene negato.
Le nostre conquiste dove sono esattamente?
E’ indubbio che sia stata fatta della strada, come è indubbio che ne abbiamo ancora così tanta da fare, stereotipi da cancellare e non di certo attraverso una mimosa!
Credo che non servano solo norme aggiuntive, occorre un cambio culturale e sociale e badate bene, non per concessione, ma per diritto.
Onore alle donne, non solo l’otto marzo, tutte quelle cadute e quelle che ancora combattono una lunga guerra all’ignoranza.
@Blogjuls