Una vecchia storia, fatta di promesse e tradimenti, bastoni e carote, gioco forza e pulizia etnica.

Sì, perchè di questo si tratta: un popolo fiero, coraggioso, una comunità che si è sempre distinta attraverso l’unione di razza, cultura e lingua, pur essendo distribuiti nell’altopiano del Kurdistan, che tocca ben cinque stati: Armenia, Iran, Iraq, Siria e Turchia.

Promesse disattese fin dalla fine della Prima Guerra Mondiale: con la caduta dell’Impero Ottomano era stata prevista la creazione di uno Stato curdo con il Trattato di Sevres nel 1920.

Solo tre anni dopo il Trattato di Losanna privilegia la Turchia, definendo i suoi confini senza considerare un possibile nascente stato del Kurdistan.

Da allora fino ad oggi sono rimasti una minoranza nei paesi in cui vivono, ma non si sono mai arresi, nè di fronte al terrorismo dell’ISIS, nè di fronte alle continue minacce di un dittatore assassino come Erdogan.

I curdi iracheni hanno da tempo costituito una regione autonoma, il Kurdistan iracheno, mentre i curdi siriani hanno il controllo della regione Rojava.

Sono loro, insieme ai curdi di origine turca ad essere finiti nel mirino di Erdogan, che ha ben altre mire rispetto a quelle ufficiali di creare una “safe-zone” lungo il confine Turchia-Siria: perchè quasi 14000 km di territorio siriano corrispondono ad un’area più grande della superficie di nazioni quali il Libano e la Palestina!

Insomma, una terra promessa ricca di petrolio quella della Valle dell’Eufrate.

Per raggiungere lo scopo la Turchia bombarda a raffica, senza risparmiarsi: dighe distrutte e milioni di civili senza acqua e in fuga, prigionieri a rischio di fuga, con alta percentuale di confondersi con i profughi…

Lo stratega turco l’ha pensata bene, lasciando spazio agli jihadisti di ricostituirsi, di rimettersi in gioco nel momento di emergenza: d’altronde la sua forza sta nei Fratelli Musulmani, una delle più importanti organizzazioni islamiste internazionali, di confessione Sunnita fondamentalista, il cui motto è “Il jihād è la nostra via”.

Come la storia ci insegna tutto si ripete, e se non si è più utili agli interessi delle grandi potenze si viene abbandonati al proprio destino.

Nessuno si è fatto avanti quando le cittadine di Afrin e Kobane sono state messe sotto assedio e ora controllate dall’esercito di Ankara, attraverso l’operazione Olive Branch e Euphrate Shield.

Nel 2015 i guerriglieri curdi aiutati dagli Stati Uniti riconquistano i propri territori, la regione del Rojava occupata dall’ISIS; nel 2016 e 2017 contribuiscono in modo determinante alla sua sconfitta finale.

Alle donne vengono riconosciuti gli stessi diritti degli uomini; le milizie curdo-siriane sono composte anche da donne: un esperimento politico e sociale, con una Costituzione democratica e pluralista.

E oggi? Oggi non importa più a nessuno, chè si fa in fretta a sdegnarsi, ma quando c’è da agire si resta tutti fermi.

Attaccati dalla Turchia, abbandonati dagli Stati Uniti, i curdi siriani sono stati traditi di nuovo e proprio dall’Occidente, che dovrebbe essere la culla e il sostegno dei diritti di ogni popolo.

Leggo qui e là richieste di sanzioni alla Turchia.

A cosa serve?

Va fermato lo scempio, andrebbero fermati tutti i dittatori assassini ancora presenti nel mondo, se solo si mettessero da parte i soliti interessi e le conseguenti negoziazioni del “se io do questo a te, tu dai quello a me” e chissene tutto quello che c’è nel mezzo…

#Blogjuls #Siria #Kurdistan

8 commenti

  1. Non conosco alcun curdo, ma mi piacciono, si vede la loro fierezza in belle facce, le loro donne sono belle e hanno uno sguardo franco. Certo gli americani li hanno traditi, per motivi che solo Trump sa, gli europei non contano nulla sullo scacchiere mondiale, i russi avranno alla fine i maggiori vantaggi. Tutto il medio oriente è un territorio che conosce soprattutto l’odio, forte di secoli di maturazione, molto simile ai Balcani.
    Se non l’hai già fatto ti consiglio un libro d@vvero interessante…Sovietistan, di una reporter finlandese. Ciao 🌹

    • Ottima analisi Fabricio, resta da capire davvero le motivazioni di far andare avanti un despota come Erdogan… Ma a conti fatti credo serva come ai tempi è servito Saddam. Quando non farà più comodo sparirà anche lui.
      Non l’ho letto questo libro e credo di doverlo assolutamente fare prima della mia partenza. Domani lo cerco in libreria.
      Buona serata 🌹

    • 12 days to go…
      E gli accadimenti attuali non mi aiutano. Altro non posso aggiungere al momento. Sarà dura e toccante, questo tutto quel che so ❤️

  2. Abbi cura di te! Mi raccomando! Devi sempre continuare a farci sognare, riflettere, indignare, sdegnare…. e tanto altro! 😘

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